La Ribollita Toscana
Sono Ligure di nascita e La Spezia, la mia città natale, è confinante con la Toscana.
Ho sempre sentito dire che la nostra cultura culinaria è in “odor di Toscana” infatti molte ricette sono nate a cavallo tra queste due regioni che se ne contendono la paternità.
Un ricetta su cui non ci sono dubbi di provenienza è la Ribollita.
Andando a scuola a Carrara, alle superiori, mi è capitato spesso di mangiarla e l’ho sempre adorata.
Da quando sono in Veneto però non sono mai riuscita a farla per la mancanza di un ingrediente fondamentale: il cavolo nero.
Per fortuna che Elena, la mia affittuaria dell’orto, ami piantare specie anche non comuni tipo il cavolo cinese che ho utilizzato per i Ravioli cinesi al vapore;
ho chiesto se per caso avesse il cavolo nero e alla sua risposta affermativa ho gioito!
Ecco la mia Ribollita Toscana:
Il nome di questo piatto, Ribollita Toscana, deriva dal fatto che un tempo veniva cucinato in grandi quantità il venerdì, e veniva poi ribollito in padella nei giorni successivi pronta per essere mangiata durante il weekend, da qui il nome di ribollita.
La tipica zuppa di pane raffermo e verdure ha origini nella Bassa Val di Serchio, nella Piana di Pisa e nella zona di Firenze e Arezzo.
La vera zuppa ribollita si riscalda due volte, altrimenti si confonderebbe con la zuppa di pane e verdure conosciuta come minestra di pane.
La Ribollita Toscana sarebbe la conseguenza dell’avanzo di un’altra ricetta: la zuppa di fagioli di Siena.
Per rendere migliore la zuppa è necessario che il cavolo nero abbia “preso il ghiaccio”, che sia passato cioè da una o più gelate invernali che ne abbiano ammorbidito le foglie.
“il pane tagliato a fette spesse si mette ora nella zuppiera e sopra, caldissima, lasceremo scolare la miscellanea delle verdure cotte; vanno creati dei piani in modo che il pane abbia ad inzupparsi completamente creando degli strati tra i vegetali cotti, quasi si trattasse di una specie di torta ripiena…Va servita ancora tiepida, ottima anche fredda e si condisce ancora con del buon olio di oliva crudo senza aggiungervi altro: tutt’al più (al posto di quel formaggio che sarebbe delitto mettervici) una tritata di cipolle o cipollotti che completeranno l’opera in modo mirabile” (Giovanni Righi Parenti, La cucina toscana in 800 ricette tradizionali, volume primo, Newton & Compton editori, Roma, 2003)
Oggi la ribollita ha cambiato di segno, come si dice, ed è divenuta piatto di tutto rispetto e proposto anche da grandi chef.
La ricetta è quella che ho da quando andavo al liceo, datami da una compagna di scuola, la cui nonna amava trasmettere le ricette.
- 400 gr di pane toscano raffermo (tipo casalingo, cotto a legna)
- 300 gr di fagioli cannellini lessati
- 8 foglie di cavolo nero
- 2 patate grandi
- 1 carota
- 1 costa di sedano
- 2 zucchine media grandezza
- 1 porro
- 1 cipolla
- 4 – 5 pomodori
- 150 ml di olio extravergine di oliva
- pepe nero
- sale
- prezzemolo 1 ciuffo
- basilico 1 manciata
- 1 spicchio d’aglio
- brodo vegetale
- Fate un battuto di cipolla, aglio, sedano, carota e prezzemolo e rosolatelo in un tegame di coccio con 3 cucchiai d’olio Evo.
- Quando il soffritto ha preso colore, unite il cavolo nero
- Aggiungete anche i pomodori, le patate e le zucchine tagliate grossolanamente.
- Aggiungete il brodo vegetale fino a coprire tutte le verdure.
- Fate cuocere 20 minuti e aggiungete metà dei fagioli.
- Dopo altri 15 minuti aggiungete l’altra parte dei fagioli e la manciata di basilico.
- Lasciate cuocere ancora per 10 minuti, spegnete e togliete dal fuoco.
- Aggiungete il pane raffermo tagliato a pezzi e mettetelo dentro la zuppa.
- Lasciate raffreddare.
- Mezz’ora prima di servire la ribollita mettete il tegame sul fuoco e riportate a bollore per qualche minuto.
- Abbrustolite 2 fette di pane per ogni commensale, mettetele nei piatti e versateci sopra una mestolata abbondante di zuppa.
Buona Ribollita!
tizi dice
Lisa qui mi sento chiamata in causa! Da toscana non posso che amare questo piatto e devo dire che la tua ricetta è esattamente quella tradizionale 😉
Dalle mie parti esiste anche una versione che si chiama farinata: praticamente le verdure vengono preparate come hai fatto tu, poi vengono passate e viene aggiunta la farina di mais che viene poi cotta tipo polenta. La farinata viene mangiata così com’è oppure viene ripassata in padella con l’olio il giorno dopo ed è una di una bontà incredibile. Se ti è avanzata un po’ di zuppa ti consiglio di provarla! Questi sono tra i piatti che più mi mancano, il tempo è tiranno e non riesco a prepararli quasi mai purtroppo… grazie per avermeli fatti assaggiare di nuovo anche solo virtualmente.
Un abbraccione cara, passa un buon weekend!
Lisa Mum Cake Frelis dice
Ciao Tizi!
Interessante la farinata, non la conosco!
Mi piace come idea della farina di mais dentro, sembra una poleta pasticciata con le verdure!
GRazie mille e un bacione!
complimenti per tutto, spiegazione, presentazione e foto magnifiche! Lory
Grazie Lory!
Un abbraccio
Adoro questi piatti! Esistono in tutte le regioni e sfruttano i prodotti della terra e il genio di chi ci vive! Fantastica la ricetta, correlata di foto stupende, che adorerei fare ma ahimè il cavolo nero è un ingrediente che proprio non trovo qui; sempre uno spettacolo i tuoi piatti Lisa ?❤️
Grazie Elisa <3
Puoi sostituire il cavolo nero con del cavolo verza o della bietola, verrà buonissimo lo stesso semmai aggiungendo il tuo favoloso tocco personale!
Bacioni
Che buona la ribollita e complimenti per le foto, semplicemente stupende! Un abbraccio tesoro
Grazie Veronica!!
un abbraccio a te
Adoro la ribollita, purtroppo dalle mie parti non si riesce a trovare il cavolo nero! Sai ho un fratello che vive in Toscana , quando vado a trovarlo me la fa trovare sempre!! Bellissime foto…baci
GRazie Tiziana,
Se vuoi te ne spedisco un po’
🙂
Oh lisa, questa ribollita mi fà venire una fame… sei bravissima in tutto, complimenti!
Elisa grazie mille!!!
Un abbraccio
Bravissima Lisa, un piatto tanto invitante… adoro questi confort food!!!!
Grazie Speedy!!
<3
I profumi della mia Toscana…mi hai fatto venire voglia*_*
Ti capisco, io sono stata tanti anni in Toscana… l’adoro