Tapas della nostalgia spezzina
Le Tapas della nostalgia… le ho volute chiamare così queste mie tre proposte per mtchallenge 60.
La sfida “Le Tapas” lanciata da Mai Esteve del blog Il colore della curcuma , che ha vinto la sfida precedente con delle fantastiche gnocozze, prevede la creazione di un trittico formato da 3 tapas diverse (tapas, pinchos e montaditos) che devono essere legate da un filo conduttore… e il mio filo conduttore è la mia nostalgia di casa natale ovvero Spèza (La Spezia) per questo vi propongo 3 piatti tipici spezzini: la Mesciüa, i barbagioan e la focaccia con le acciughe fritte.
Quando ho letto della sfida la prima reazione è stata di panico, non conosco bene la cucina spagnola; poi pensa e ripensa mi sono venuti in mente gli spunciotti veneti, tipici bocconcini di cibo da gustare al bancone del bar con un “goto de vin”.
Inizio a guardare le ricette tipiche venete e poi penso… ma perchè non fare qualcosa che conosco e che amo tantissimo come la cucina di casa mia?
Del resto Spèza ha delle magnifiche ricette, alcune antichissime, e dei prodotti di eccellenza come le acciughe di Monterosso…
Mi sono venute in mente subito 3 ricette legate alla mia infanzia, i profumi della Liguria e il profumo del mare dalle colline sopra il Golfo dei poeti; come per la sfida dei ravioli ho sfoderato i piatti della mia infanzia e che mi regalano emozioni ogni volta che torno alla mia città natale.
E sulla canzone O bela Spèza ho iniziato a impastare!
Hanno detto che Roma è l’Eterna,
che Venezia è regina del mar,
che Firenze è più bella di un fiore,
che Milano “l’è un grande Milan…”;
ma stasera vi presenteremo
la nostra graziosa, stupenda città…
O bela Spèza,
splendida perla sul mar,
della Riviera
quadro irreal…
Magico cielo,
tinto di mille color,
e là, sul mar,
l’onda che muor sulla scogliera,
al forestier sa mormorar:
“Ritorna in questa città”.
Portovenere, han detto i poeti,
è una gemma di grande valor;
hanno detto che Lerici, in fiore,
è preziosa, più rara dell’or…
Questo golfo, ch’è tutto un incanto,
è stato dipinto dal “Grande Pittor”…
O bela Spèza,
splendida perla sul mar,
della Riviera
quadro irreal…
Non sei l’Eterna,
non sei regina del mar,
ma in tutti i cuor
tu sai portar la primavera…
Non sei Milan, non sei Paris,
ma noi ti amiamo così.
Tapas: la Mesciüa Spezzina
La mesciua, deriva da mes-ciüa che significa mescolata, è un piatto tipico Spezzino nato un giorno per caso perchè non bastavano i fagioli per una fagiolata, non bastava il grano per fare il pane e allora si mischiarono i rimasugli di entrambi e si aggiunsero i ceci.
Questo piatto è nato dalle mani delle mogli dei lavoratori del porto( a Genova si chiamano camalli) che scaricavano le navi; esse infatti racoglievano i legumi e le granaglie cadute dalle fenditure dei sacchi sulle banchine e li usavano per preparare zuppe sostanziose in grado di sostituire la carne.
Dosi per 4 persone:
300 g di ceci secchi
150 g di fagioli cannellini
80 g di grano
Olio extravergine di oliva Ligure
Sale q.b
Pepe facoltativo
Preparazione della Mesciüa:
La preparazione della Mesciüa è particolarmente lunga: ci vogliono circa 4 ore e mezza di cottura escludendo il tempo di ammollo dei legumi e del grano che devono stare a bagno in acqua un’intera giornata; messi separatamente in abbondante acqua fredda con una punta di bicarbonato devono poi cuocere in pentole di coccio sempre disgiunti l’uno dell’altro per evitare “pappe”.
Le cotture devono essere a fuoco dolce e in modo continuativo; i ceci devono bollire per 4 ore, i canellini e il grano per tre ore.
Finita la cottura si deve scolare i ceci e il grano e unirli ai cannellini nel loro liquido di cottura e far cuocere per altri 15 minuti aggiungendo il sale e mescolando bene con un mestolo di legno.
Servire la Mesciüa nel piatto di portata aggiungendo un filo d’olio extravergine a crudo ed eventualmente una spruzzata di pepe.
Pinchos: Barbagioan
I Barbagioan (Barbagiuai nella zona di ponente) è il nome dato ai ravioli fritti e ripieni di zucca e formaggio tipici dell’entroterra ventimigliese, questo antipasto fa anche parte della cucina monegasca e il suo nome significa “zio John, zio Giovanni” ma vengono fatti solo con un ripieno di verdura.
Ovviamente la ricetta dei ravioli di zucca fritti sono conosciuti in tutta la liguria, differiscono leggermente nel ripieno da zona a zona, e nello spezzino vengono fatti con zucca, ricotta e con l’aggiunta di bietola o boragine.
Dosi per 4 persone:
Per il ripieno:
500 g di zucca
200 di ricotta
50 g di parmigiano
2 uova
50 g di bietola
Per la sfoglia:
200 g di farina
1/2 bicchiere di vino bianco secco
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva Ligure
Acqua tiepida q.b.
Sale i pizzico
Olio di arachidi per friggere
Preparazione:
Pulire e sbucciare la zucca, sbollentarla rapidamente per 10 minuti e una volta raffreddata passarla nel passatutto.
In un’ampia ciotola unire la ricotta, le uova, la bietola e il formaggio grattugiato; amalgamare il tutto ottenendo un composto omogeneo regolando di sale.
A parte preparare la sfoglia con farina, olio, vino bianco e acqua tiepida aggiungendone quanto basta per ottenere un impasto liscio e omogeneo.
Impastare bene la sfoglia e tirare sottile con un mattarello.
Stendere sulla sfoglia una cucchiaiata di ripieno, coprire con un’altra sfoglia e tagliare con il coppapasta o la rotellina lungo i bordi per ottenere il raviolo di zucca.
Far asciugare i barbagioan un paio di ore prima di friggerli in padella, con abbondante olio, facendoli dorare da ambo le parti per un paio di minuti; toglierli dall’olio e farli asciugare su una carta assorbente.
Ottimi caldi sono altrettanto buoni (se non di più) freddi.
Per servirli come pinchos infilzarli nello spedino alternandoli a cubetti di zucca sbollentata.
Montaditos: focaccia spezzina con acciughe di Monterosso fritte
Per i montaditos avevo la sicurezza di voler usare l’acciuga di Monterosso fritta, ma il pane proprio non mi andava di usarlo.
Volevo qualcosa che fosse più tipico e mi sono venuti in mente gli sgabei e la focaccia… ovviamente la focaccia ha avuto il sopravvento perchè è il cibo che amo più in assoluto; Credo che noi Spezzini ci nasciamo con la focaccia nel Dna!
Dosi per 2 teglie quadrate da 30*30 di focaccia:
350 g di farina 00
150 g di farina Manitoba
20 g di zucchero
7 g di sale
14 g di lievito di birra fresco
360 g di acqua tiepida
10 g di olio extravergine di oliva Ligure
Per l’ emulsione
50 g di acqua
50 g di olio extravergine di oliva Ligure
Sale grosso q.b
Preparazione della focaccia:
Mettere la farina nella ciotola della planetaria e aggiungere l’olio.
In 100 ml di acqua tiepida sciogliere il lievito e aggiungere lo zucchero, lasciare riposare 10 minuti.
Aggiungere il lievito sciolto nella ciotola della planetaria con la farina e iniziare a lavorare l’impasto, con il gancio per il pane, a bassa velocità.
Aggiungere man mano l’acqua restante e infine il sale.
Continuare ad impastare per 10 minuti.
Togliere l’impasto dalla ciotola della planetaria e travasarlo in una ciotola capiente, coprire con della pellicola per alimenti e lasciare riposare l’ impasto in forno spento con solo la luce accesa per almento un’ ora e mezza.
Quando l’impasto avrà raddoppiato le dimensioni dividerlo in 2 parti e travasarlo sulle placche rivestite di carta da forno e unte con 2 cucchiai di olio.
Ungersi le dita con l’olio e iniziare a stendere l’impasto senza insistere troppo; spennellate dell’ olio sulla superficie in modo che non si secchi l’impasto mentre riposa.
Rimettere l’ impasto per 30 minuti nel forno spento.
Riprendere l’impasto e stenderlo con le dita unte fino ad arrivare ai bordi, non sforzare l’impasto se non arrivasse ai bordi della teglia rimettere la focaccia in forno spento a riposare per altri 30 minuti e attendere che si rilassi ulteriormente.
Creare sulla superficie le classiche fossette utilizzando le nocche delle mani e lasciare riposare ancora 10 minuti nel forno spento.
Stendere sulla focaccia l’emulsione di acqua e olio aiutarsi ancora una volta con le dita, cospargere qualche grano di sale grosso e
infornare la focaccia a 220°C in forno statico per 15/20 minuti controllare che la superficie sia bella dorata.
Sfornare e lasciare riposare giusto 5 minuti prima di servire.
Acciughe di Monterosso:
Le acciughe (o alici) si trovano in tutto il mediterraneo ma quelle di Monterosso sono particolarmente buone; hanno una forma slanciata e una carne soda dal gusto particolarmente delicato grazie al grado di salinità delle acque liguri.
Fin dal Medioevo furono al centro di scambi commerciali tra Liguria e Piemonte grazie alla loro carne soda e alla loro buona digeribilità; si possono consumare sia fresche che salate e vengono chiamate “Pan do Ma“( il pane di mare).
Fino a trent’anni fa, a Monterosso, la pesca era l’attività principale e c’era una grande cooperativa di pescatori; per questo le acciughe di Monterosso sono rimaste nella memoria nonostante adesso siano rimasti solo 4 pescatori che si sono uniti in un consorzio.
Le acciughe venivano messe sotto sale; il compito era affidato alle donne che si occupavano di pulirle e conservarle a strati sotto sale nei vasi di terracotta (arbanelle).
Altro uso di queste meravigliose acciughe sotto sale è la preparazione di una salsa analoga al rinomato “garum o garon” degli antichi Romani che si ottiene dissalando le acciughe e pestandole in un mortaio; a Spezia esiste una versione analoga chiamata “Macheto o Machetto”che si fa con le acciughe sotto sale e il peperoncino.
E infine la versione fritta: la tradizione prevede, dopo aver infarinato le acciughe, una cottura in olio di oliva leggero ligure; questa versione era molto gradita ad Eugenio Montale che a Monterosso trascorreva le vacanze!
Mi raccomando, niente salse o condimenti particolari per gustare appieno l’acciuga di Monterosso, solo una fettina sottile di burro per esaltarne il gusto!
Acciughe fritte di Monterosso dosi per 4 persone:
250 g di acciughe (alici) di Monterosso
Farina 00 q.b
olio di oliva leggero ligure
Preparazione delle acciughe:
Tagliare a metà le acciughe togliendo la testa, la lisca e le interiore; passarle nella farina scrollando l’eccesso e friggerle per un paio di minuti per lato nell’olio bollente fino a completa doratura.
Assemblamento del montaditos:
Prendere la focaccia e ricavare dei piccoli rettangoli di 3 cm x 5
Stendere una sottile fettina di burro sopra la focaccia e appoggiarci sopra l’acciuga fritta.
Rifinire con un piccolo ricciolo di burro sopra l’acciuga
- PER LA MESCIUA
- 300 g di ceci secchi
- 150 g di fagioli cannellini
- 80 g di grano
- Olio extravergine di oliva Ligure
- Sale q.b
- Pepe facoltativo
- PER I BARBAGIOAN
- Per il ripieno:
- 500 g di zucca
- 200 di ricotta
- 50 g di parmigiano
- 2 uova
- 50 g di bietola
- Per la sfoglia:
- 200 g di farina
- 1/2 bicchiere di vino bianco secco
- 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva Ligure
- Acqua tiepida q.b.
- Sale i pizzico
- Olio di arachidi per friggere
- PER LA FOCACCIA
- 350 g di farina 00
- 150 g di farina Manitoba
- 20 g di zucchero
- 7 g di sale
- 14 g di lievito di birra fresco
- 360 g di acqua tiepida
- 10 g di olio extravergine di oliva Ligure
- Per l’ emulsione
- 50 g di acqua
- 50 g di olio extravergine di oliva Ligure
- Sale grosso q.b
- PER LE ACCIUGHE FRITTE
- 250 g di acciughe (alici) di Monterosso
- Farina 00 q.b
- olio di oliva leggero ligure
- Mettere in ammollo separatamente i legumi e il grano in acqua fredda con una punta di bicarbonato per un’intera giornata.
- Sciacquarli e metterli a cuocere in pentole di coccio, sempre disgiunti l’uno dell’altro.
- Le cotture devono essere a fuoco dolce e continuativo.
- Cuocere i ceci per 4 ore, i canellini e il grano per tre ore.
- Finita la cottura scolare i ceci e il grano e unirli ai cannellini nel loro liquido di cottura e far cuocere per altri 15 minuti aggiungendo il sale e mescolando bene con un mestolo di legno.
- Servire la Mesciüa nel piatto di portata aggiungendo un filo d’olio extravergine ligure a crudo ed eventualmente una spruzzata di pepe.
- Pulire e sbucciare la zucca, sbollentarla rapidamente per 10 minuti e una volta raffreddata passarla nel passatutto.
- In un’ampia ciotola unire la ricotta, le uova, la bietola precedentemente lessata e il formaggio grattugiato; amalgamare il tutto ottenendo un composto omogeneo regolando di sale.
- A parte preparare la sfoglia con farina, olio, vino bianco e acqua tiepida aggiungendone quanto basta per ottenere un impasto liscio e omogeneo.
- Impastare bene la sfoglia e tirare sottile con un mattarello.
- Stendere sulla sfoglia una cucchiaiata di ripieno, coprire con un’altra sfoglia e tagliare con il coppapasta o la rotellina lungo i bordi per ottenere il raviolo di zucca.
- Far asciugare i barbagioan un paio di ore prima di friggerli in padella, con abbondante olio, facendoli dorare da ambo le parti per un paio di minuti; toglierli dall’olio e farli asciugare su una carta assorbente.
- Per servirli come pinchos infilzarli nello spedino alternandoli a cubetti di zucca sbollentata.
- Mettere la farina nella ciotola della planetaria e aggiungere l’olio.
- In 100 ml di acqua tiepida sciogliere il lievito e aggiungere lo zucchero, lasciare riposare 10 minuti.
- Aggiungere il lievito sciolto nella ciotola della planetaria con la farina e iniziare a lavorare l’impasto, con il gancio per il pane, a bassa velocità.
- Aggiungere man mano l’acqua restante e infine il sale.
- Continuare ad impastare per 10 minuti.
- Togliere l’impasto dalla ciotola della planetaria e travasarlo in una ciotola capiente, coprire con della pellicola per alimenti e lasciare riposare l’ impasto in forno spento con solo la luce accesa per almento un’ ora e mezza.
- Quando l’impasto avrà raddoppiato le dimensioni dividerlo in 2 parti e travasarlo sulle placche rivestite di carta da forno e unte con 2 cucchiai di olio.
- Ungersi le dita con l’olio e iniziare a stendere l’impasto senza insistere troppo; spennellate dell’ olio sulla superficie in modo che non si secchi l’impasto mentre riposa.
- Rimettere l’ impasto per 30 minuti nel forno spento.
- Riprendere l’impasto e stenderlo con le dita unte fino ad arrivare ai bordi, non sforzare l’impasto se non arrivasse ai bordi della teglia rimettere la focaccia in forno spento a riposare per altri 30 minuti e attendere che si rilassi ulteriormente.
- Creare sulla superficie le classiche fossette utilizzando le nocche delle mani e lasciare riposare ancora 10 minuti nel forno spento.
- Stendere sulla focaccia l’emulsione di acqua e olio aiutarsi ancora una volta con le dita, cospargere qualche grano di sale grosso e
- infornare la focaccia a 220°C in forno statico per 15/20 minuti controllare che la superficie sia bella dorata.
- Sfornare e lasciare riposare giusto 5 minuti prima di servire.
- Tagliare a metà le acciughe per il senso della lunghezza togliendo la testa, la lisca e le interiore.
- Passarle nella farina scrollando l’eccesso.
- Friggerle per un paio di minuti per lato nell’olio bollente fino a completa doratura.
- Scolarle e farle riposare su carta assorbente.
- Prendere la focaccia e ricavare dei piccoli rettangoli di 3 cm x 5
- Stendere una sottile fettina di burro sopra la focaccia e appoggiarci sopra l’acciuga fritta.
- Rifinire con un piccolo ricciolo di burro sopra l’acciuga
E con questa proposta delle mie Tapas della nostalgia, accompagnate da un buon vino bianco delle Cinque Terre, partecipo alla sfida #mtc60 di #mtchallenge
lara137 dice
a parte che pare tutto di un buono….. ma detto questo, che bellezza! Non ci sono mai stata nella tua città, come in molti altri posti, ma come mi piacerebbe, il tuo canto d’amore mi ha ammaliata
Lisa Mum Cake Frelis dice
Grazie Lara sei troppo gentile! Se hai voglia di dare un occhio ho dei post sulla mia città qui nel blog.
Decisamente buone queste tapas spezzine!
Amo i sapori liguri e interpretati in chiave tapas mi piacciono ancora di più!
Grazie Mapi <3
Buon fine settimana
Che belle ricette! Soprattutto i ravioli di zucca fritti! Ne mangerei una ciotola, grazie per la ricetta di questi e della focaccia, le farò!!
Grazie Ambra!
La focaccia è buonissima… ma sono di parte 😉
Al solito bravissima! Per la scelta, per la realizzazione e per la presentazione! Pur essendo abbastanza vicina alla tua terra di origine non conoscevo i primi due piatti… Per ora ho rimediato leggendoti, poi chissà! ?
Elena grazie!
La mesciua è proprio spezzina quindi non è conosciuta altrove… i barbagiuan variano ma sono ottimi!
Acciughe e focaccia per me sono un must!!!
Bacioni
Non conosco la tua città come nessuna di queste bellissime ricette che hai proposto, prima o poi una visitina la farò! mi piacerebbe molto…
I ravioli fritti sono davvero favolosi!! Un abbraccio
Che spettacolo di tapas
I.ravioli mi.hanno stesa
Complimenti
Veronica sono buonissimi, provali se ti capita!
Un abbraccio
Tiziana grazie!
Io riesco a tornare 2-3 volte l’anno a Spezia, anche se la nostalgia si fa sentire… chissà che un giorno tu riesca a farci un giro
Bello tutto. E che foto !
Katia grazie di tutto, un abbraccio
Guarda, con me sfondi una porta aperta: la tradizione paga sempre. E voi liguri di tradizione ne mangiate proprio tanta.
Mi piace tutto.
Sabrina hai ragione la tradizione paga sempre!
Buona settimana!
Prima che vado avanti e mi perda inquesta Spezia-tapas, devo per forza dirti che le tue foto mi hanno lasciata incantata, sopratutto quella del calderone con appoggiato il mestolo e i grani e legumi in secondo piano… ma poi anche quella più sotto con la zucca in primo piano, e anche quella con la focaccia in primo piano e non ti dico quelle con le alici sia fresche che fritte con tutto quel ben di dio bandito sul tavolo!
Allora andiamo a vedere le tapas che “Pablo” avrà un bel po’ di lavoro da fare…
Comincio con dirti che con i tuoi pinco di barbagiuai io mi ci farei una bandiera o l’estandardo! li ho adorato già dalla foto quando hai postato nel gruppi e adesso vedendoli da vicino e leggendone la ricetta mi do della figa perché avevo visto bene da un inizio! J’adore i tuoi pinchoooooossss! E pensa che mai sentiti, d’altronde qua all’ITC è una scoperta ad ogni post!!!
La la Mesciüa Spezzina credo che sarebbe la tappa giusta per queste giornate, nelle quali ti rendi definitivamente conto che ormai l’estate “è andato in vacanze” e l’autunno ha preso il suo posto, con tanto di nebbia (qua al nord) e un’umidità che non sai mai come farà ad andare via!!! La tua tappa ci fa stare bene col mondo, anche se fuori è tutto triste ti riscalda dentro, come faceva in quei tempi che è “nata” per forze maggiore, diciamo…
Sulla focaccia con asciughe fritte sorvolo perché mi sa che ti ho già dato troppi complimenti, dai che tre su tre non sono mica poco! Ma poi, il toco di burro per tenere salda l’acciuga… beh… Sarà che hai scelto il tema giusto per te, perché come si dice dalle mie parti:
“lo has bordado” (che viene a dire che lo hai fatto su misura, perfetto)
favolosa proposta!!!
Mai grazie dei complimenti sono veramente felice che ti piacciano!
Pensa che quando ho letto la tua proposta non sapevo dove sbattere la testa e tu mi dici che ho “lo has bordado” !!
Grazie mille soprattutto a te per questa magnifica sfida!
Ma che meraviglia Lisa hai fatto dei capolavori:brava, bravissima!!!(e se mi mandi un pezzo di quella fantastica focaccia che è una di quelle cose per cui impazzisco??!!).
Un abbraccio
Vera
Vera volentieri!!!!
Dammi l’indirizzo, tanto devo prepararne una teglia 😉
Un abbraccio
Lisa sono una donna sincera e queste tue ricette mi hanno commosso, si mi sono piaciute fino alle lacrime, perchè fai delle foto bellissime che veramente mi hanno emozionato. E poi tutto assolutamente perfetto e curato sia nell’armonia dei sapori che nella presentazione. Non ho veramente più parole per esprimermi i miei complimenti e mi unisco a Magali nel dirti “Chapeau!”
Helga tu invece mi hai emozionato con le tue parole… posso dirti solo Grazie di cuore
Incredibile acquolina già dopo colazione!!! Che belle ricette!! Io sono una golosa di focaccia, la tua la proverò senz’altro!!! E poi complimenti per le foto!!!
Grazie Sabrina!
anche io sono golosa di focaccia, potri vivere solo di quella!!
Un abbraccio
qui a singapore abbiamo un amico spezzino che e’ la vittima della combriccola dei Genovesi: lui, da buon Spezzino, e’ un osso duro e risponde a tono, con un orgoglio che ho ritrovato qui e che non puo’ che lasciarmi ammirata (e adesso anche un po’ commossa, visto che condivido con te la nostalgia canaglia di una lontananza forzata). Hai fatto un lavoro encomiabile, in cucina e in libreria, con un percorso di ricerca che confluisce in tre tapas davvero pertinenti, nel tema e nella fedelta’ alle ricette. Il resto, lo fanno le tue foto, che riescono sempre cosi bene a trasmettere emozioni, ma che stavolta si superano.
Per me, la tua prova migliore, da quando sei all’MTC.
complimenti davvero!
Alessandra grazie veramente di cuore. Noi Spezzini siamo stati sempre la Cenerentola della Liguria, ma come il tuo amico siamo tenaci e caparbi e amiamo veramente tanto la nostra città e le sue tradizioni.
È vero, ho fatto ricerca spulciando anche tra ricette di famiglia e libri regionali perché anche se sono ricette che conosci e adori a volte non ne conosci appieno la storia, per me è stata una scoperta la nascita della mesciua.
Grazie per le tue parole e apprezzamenti mi hai fatto commuovere
Sono giorni che voglio passare a commentare, ma non trovo mai le parole più appropriate per descrivere quanto mi piace questo post, le ricette che hai preparato, le fotografie che hai fatto, l’ambientazione che hai creato. Ti basti sapere che mi piace tutto.
Grazie! Mi fanno davvero piacere le tue parole