Pesto di silene vulgaris, erba spontanea da conoscere e gustare!
Quando si tratta di erbe spontanee, io ci vado a nozze!
Ho sempre amato andare in campagna, tra i prati e raccogliere quello che la natura ci dona… l’Italia è piena di ottime ricette con le erbe spontanee e mi spiace che a volte se ne perda la conoscenza perché non solo sono ottime ricette ma anche permettono di stare all’aria aperta per raccogliere le erbe che servono e avere maggior conoscenza del nostro territorio.
In Veneto ho scoperto i bruscandoli che amo raccogliere ogni anno quando spuntano; ma ci sono anche tantissime altre erette da utilizzare e fra queste, nel periodo primaverile, troviamo la silene vulgaris conosciuta in tutta Italia con nomi diversi come carletti, stridoli, sciopeti, sclopit, scrisioi, grisolò, litumn.
Silene vulgaris, strigoli, scolpit, carletti, sciopeti…
Una pianta tanti nomi, questo avviene perché regione che trovi nome di pianta che cambia… ma la sostanza è sempre la stessa!
Mi piace sapere il nome con cui è conosciuta un’erba spontanea, infatti ho chiesto su Instagram e ne sono venuti fuori tantissimi nomi!
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Ma la silene vulgairs dove la trovo e come faccio a riconoscerla?
La silene vulgaris è una piccola pianta alta al massimo 60-80cm, è una pianta perenne e ha dei caratteristici fiori chiamati bubbolino di colore bianco.
Fin dall’antichità è conosciuta per le sei proprietà mangerecce e il nome Silene deriva dalla parola greca sialon (saliva)per via della sostanza bianca appiccicosa che viene secreta dal fusto di molte specie di questa famiglia.
I calici rigonfi hanno la forma di un palloncino che nel tempo irrigidisce e alla fine dell’estate si possono far scoppiare battendoli con le mani, da qui deriva il nome Veneto sciopeti perché scoppiano!
La silene vulgaris, o strigolo, si trova in tutta Italia fino ai 500-600 metri di altitudine; fa capolino tra i prati, nei boschi radi e ai margini dei sentieri vicino a vigneti.
Il fusto ha un aspetto erbaceo con foglie lineare grandi e lanceolate, raccolte a ciuffi e dal colore verde con riflessi bluastri.
La ricetta del pesto di strigoli, carletti, sciopeti.
Questa è la prima ricetta che vi propongo, e si tratta di un pesto molto semplice e veloce che non richiede cottura; sappiate che la silene può essere utilizzata in tantissime preparazioni per via del suo gusto che assomiglia leggermente allo spinacio!
Vi proporrò anche altre ricette semplici e veloci perché ha veramente un ottimo sapore e questo è solo l’inizio del periodo di raccolta della pianta spontanea, potete raccoglierla facilmente fino alla fine di aprile o comunque fino a quando non fioriscono!
Pesto di silene vulgaris
Ingredienti
Ingredienti per il pesto di silene vulgaris o strigoli
- 100 g silene vulgaris (stridoli, carletti, sciopeti)
- 2 rametti basilico fresco facoltativo
- 1 spicchio aglio fresco
- 30 g mandorle spellate
- 30 g noci sgusciate
- 30 g pecorino o grana padano
- q.b olio extravergine di oliva delicato
Istruzioni
Pulizia della silene
- Prendere le cimette di silene vulgaris e eliminare la parte più dura del fusto tenendo le foglie e lavarle bene sotto acqua corrente fresca.Tamponare con un canovaccio per asciugarle e procedere alla preparazione del pesto.
Preparazione del pesto
- Pulire lo spicchio di aglio e porlo nel frullatore o nel mixer.Aggiungere le mandorle, le noci, il pecorino e infine le foglie di silene e il basilico (facoltativo)Frullare a bassa velocità aggiungendo l'olio extravergine di oliva a filo, fino a quando tutti gli ingredienti si saranno amalgamati perfettamente creando una crema.
Note
Conservazione del pesto di strigoli
Una volta ottenuto il pesto conservatelo per 2-3 giorni in contenitori di vetro con tappo a vite avendo cura di aggiungere dell’olio evo sulla superficie prima di chiudere il tappo.
Potete anche congelarlo tranquillamente, si conserva per massimo 6 mesi.
Alcune accortezze sul pesto di silene vulgaris
Quando fate questo pesto potrebbe risultare leggermente ferroso a causa del terreno dove avete raccolto la pianta, potete ovviare al problema sbollentando per 5 minuti in acqua bollente la pianta e raffreddandola poi in acqua e ghiaccio per fermare la cottura e il colore ottenendo così un pesto di verde intenso.
il pesto di silene vulgaris e la pasta all’uovo.
Dopo aver fatto il pesto l’ho messo subito alla prova con dei spaghettini all’uovo fatti in casa realizzati con la ricetta classica: 1 uovo per 100 g di farina.
Dopo aver cotto la pasta in acqua salata e averla scolata ho tenuto da parte 1 bicchiere di acqua di cottura e infine ho condito gli spaghettini con il pesto di stridoli aggiungendo poca acqua di cottura alla volta in modo da mantecarla bene.
Il risultato è eccellente, il pesto buonissimo e delicato e di un colore brillante che invoglia!
Una bella grattata di pecorino sopra e il pasto è assicurato!
Vi aspetto la prossima settimana per altre gustose ricette con i carletti, stridoli, strigoli, sciopeti, scalpit….. voi come li chiamate??!!
Donato Amatulli dice
Nella nostra zona li chiamiamo “culcid”. Li utilizziamo in frittata da soli o con gli asparagi selvatici, assieme alla pasta conditi e saltati in padella con olio, aglio, alici e spolverata di grana nel piatto. In oltre assieme alle altre alimurgiche cotte.do
Lisa Fregosi dice
grazie dell’informazione sul nome, di che zona è?
ripassati con aglio e alici devono essere buonissimi, li proverò sicuramente anche così, grazie!