Forte Belvedere-Gschwent
Oggi vi faccio scoprire un pezzo di storia a pochi chilometri da Trento.
Dopo la mattinata passata a Serrada siamo andati a visitare forte Belvedere-Gschwent.
Forte Belvedere-Gschwent fu realizzato nel 1908 dalle forze militari autroungariche; il compito del forte era quello di difendere Trento da eventuali attacchi italiani.
Fu sottoposto a pesanti bombardamenti provenienti dalle artiglierie italiane e resistette malgrado i danni subiti grazie ai soldati del forte che provvedevano al ripristino delle parti lesionate non appena i bombardamenti cessavano.
Oggi la fortezza è diventata un museo degli eventi più drammatici della prima Grande Guerra.
Il museo:
Nel museo di Forte Belvedere si trova un’aggiornata esposizione dedicata alle ripercussioni locali e internazionali del primo conflitto mondiale; anche la fortezza stessa è un reperto museale e dopo la ristrutturazione se ne apprezza maggiormente l’aspetto storico.
Il museo al suo interno è diventato l’elemento principale del parco storico dei Grandi Altipiani Trentini, nonostante la presenza di umidità hanno potuto installare strumenti multimediali come multiproiezioni, video e cd che rendono “vivo” il percorso all’interno delle stanze.
Il percorso, sui tre piani del forte, offre reperti e fotografie sulla prima guerra mondiale (con testi in italiano, tedesco e inglese) ed è suddiviso a tematiche per ogni piano:
- il pianoterra è dedicato alla spiegazione delle origini e alle particolarità del sistema dei forti degli Altipiani e alla storia del Forte, dalle origini al suo recente restauro.
- il primo piano è dedicato alle operazioni militari e agli eventi bellici che videro protagonisti gli Altipiani con uno spazio dedicato alla storia di guerra del forte e della sua guarnigione.
- Il secondo piano è dedicato alle Prima Guerra Mondiale in generale con una sezione riservata alla guerra di trincea, alla vita quotidiana dei combattenti, alla “guerra industriale”, alla propaganda e alla memoria del conflitto.
La particolarità di questo museo-forte è l’inserimento di alcuni momenti simbolici:in una sala del percorso troverete un prato fiorito su cui stanno per cadere le bombe, al piano superiore lo stesso prato si trasforma in un desolato campo di battaglia coperto dalla polvere e dai residuati dei proiettili in cui tutto è del “Colore della guerra”.
Tra i cunicoli che portano alle casematte avanzate e al blocco batterie parzialmente ricostruite, sono stati inseriti dei suoni e degli effetti ottici (lampi di luce) che consentono di rendersi conto di quello che sentivano i militari dei forti degli Altipiani.
Ci sono sale che suggeriscono la quotidianità della vita della guarnigione del forte, come la cucina o una delle tante camerate con lettucci di ferro e strutture di supporto..
I reperti esposti provengono da recenti acquisizioni del Comune di Lavarone, che in questi ultimi anni ha provveduto ad arricchire i depositi e le collezioni del Museo, e sono stati restaurati per permetterne la conservazione e l’esposizione ottimale in piena sicurezza.
La zona che più mi ha colpito sono stati gli obici dei suoni: nelle piazzole delle batterie degli obici è stato installato un “cannone sonoro” che ripropone i suoni, i rumori e le musiche delle situazioni del periodo bellico; si sentono voci, comandi, commenti umani, colpi di tosse e respiri attutiti come provenienti da invisibili presenze, con un aggiunta di suoni di colpi di artiglieria che ti raggelano.
Alla fine del percorso, uscendo dal Forte Belvedere Gschwent, apprezzi il panorama che c’è intorno, la natura e respiri il senso della vita sperando sempre di non dover vivere veramente l’esperienza reale di una guerra sulla propria pelle.
Per maggiori informazioni sul Forte Belvedere Gschwent e il suo museo potete visitare il sito http://www.fortebelvedere.org/it
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